Arezzo. Il Pionta: L'immagine della cattedrale di Santa Maria e Santo Stefano di XI secolo tra raffigurazioni, archeologia e ipotesi sulle strutture dell'alzato.

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Raffigurazioni: I dipinti che ritraggono la chiesa di Santa Maria e Santo Stefano/3

Il rilievo conservato nel Museo Diocesano

Rilievo facente parte della predella della tavola in terracotta con l'Annunciazione (1443). Museo Diocesano di Arezzo.
Fonte: A. TAFI, Pionta: Il Vaticano aretino, Cortona, Calosci, 1995

“Gli studiosi non menzionano mai una veduta quattrocentesca di tutta la cittadella del Pionta sulla quale richiamò l'attenzione U. Viviani nel 1942 rifacendosi ad una intuizione di di P.Buriali Forti. Si tratta di una scenetta modellata nella predella della tavola in terracotta con l'Annunciazione, del 1443, sulla destra. (…) La scenetta raffigura la Madonna che lascia Nazaret.”[1]

Secondo Viviani “il conglomerato di edifici , più che la città di Nazaret, rappresenta un castello aretino e precisamente il Duomo Vecchio di Arezzo con le sue chiese di Santo Stefano e di San Donato, colla sua canonica, l'episcopato, le case dei canonici e quelle degli aretini. (…) Nella terracotta non si può scorgere la chiesa di Santo Stefano perchè la porta delle mura ne impedisce la visuale. (…) Nonostante le differenze nei particolari [con il dipinto di Pietro Buonamici], dato che il panorama del castello è appena accennato nel rilievo, e tirato giù alla brava, io credo che l'opinione di Paolo Burali Forti debba essere presa in seria considerazione e possa essere accettata dagli studiosi aretini”.[2]

Si crede che proprio perchè la chiesa di Santa Maria e Santo Stefano sarebbe rimasta nascosta dal grande portale, l'ignoto artista l'ha raffigurata nella parte destra della scena invece che in quella sinistra. La descrizione della realtà fotografica dell'ambiente e del paesaggio è nel Quattrocento un concetto ignoto agli artisti. L'edificio ecclesiastico con il tetto a doppio spiovente affiancato da un campanile in primo piano sulla destra della scena potrebbe identificarsi con la chiesa di Santa Maria e Santo Stefano.

Gli elementi che potrebbero supportare questa identificazione sono:

1) La presentza di un campanile quadrangolare sulla sinistra della chiesa proprio come la nostra chiesa

2) L'orientamento

3) La somiglianza con il tetto a spiovente del piccolo edificio absidato nel dipinto del Buonamici >>

4) La tipologia della chiesa che, escludendo le navate laterali nascoste dagli altri elementi della composizione, si accorda con una chiesa romanica e in particolare quella raffigurata da Spinello Aretino in San Miniato a Monte >>

Dopo aver preso visione e analizzto le raffigurazioni che, probabilmente, ritraggono la chiesa di Santa Maria e Santo Stefano, passiamo ora a dati certi, cioè ciò che i resti archeologici ci permettono di conoscere su questa chiesa.

In questa sezione verrà descritta in dettaglio la chiesa di S.Maria e S.Stefano. In questa sezione ci limitaremo alle informazioni desunte dalle evidenze materiali (le fondamenta e parti della cripta) che sono riemerse negli scavi degli anni Sessanta del Novecento.


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Archeologia: Le evidenze materiali della chiesa di Santa Maria e Santo Stefano

Note

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[1]A. TAFI, Pionta: Il Vaticano aretino, Cortona, Calosci, 1995, pag. 151 e segg.


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[2]Cfr. La nazione (edizione aretina) del 7 febbraio 1942