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Brano tratto dalle Vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori italiani, da Cimabue insino a' tempi nostri di Giorgio Vasari. Edizione del 1568. Tratto da F.GANDOLFO (a cura di), Arezzo nelle due edizioni delle Vite del Vasari, Arezzo, Poligrafico aretino, 1975, pag. 159

Vita di Spinello Aretino

"Fuor d'Arezzo ancora dipinse nella chiesa di S.Stefano (fabbricata dagl'aretini sopra molte colonne di graniti e di marmi per ornare e conservare la memoria di molti martiri che furono da Giuliano Apostata fatti morire in quel luogo) molte figure e storie con infinita diligenza e con tale maniera di colori che si erano freschissime conservate fino a oggi, quando, non molti anni sono, furono rovinate. Ma quello che in quel luogo era mirabile, oltre che le storie di S.Stefano fatte in figure maggiori che il vivo non è, era in una storia de' Magi vedere Giuseppe allegro fuor di modo per la venuta di que' re, da lui considerati con maniera bellissima mentre aprivano i vasi dei loro tesori e gl'offerivano. in quella chiesa medesima una Nostra Donna che porge a Cristo fanciullino una rosa era tenuta ed è, come figura bellissima e devota, in tanta venerazione appresso gl'aretini, che senza guardare a niuna difficultà o spesa, quando fu gettata per terra la chiesa di Santo Stefano tagliarono intorno a essa il muro, et allacciatolo ingegnosamente la portarono nella città collocandola in una chiesetta per onorarla, come fanno, con la medesima devozione che prima facevano. Né ciò paia gran fatto, perciò che essendo stato proprio e cosa naturale di Spinello dare alle sue figure ch egli fece de' Santi e massimamente della Vergine spirino un non so che di santo e di divino che tira gl'uomini ad averle in somma reverenza."